GIOVANNI ANTONIO BONGIOVANNI DI CASTELBORGO
Nel 1762, alla morte di Manfredo Bongiovanni, gli successe il figlio primogenito, Giovanni Antonio, che aveva appena 13 anni.
Gli venne affiancato come tutore l'Architetto Notaio Giovanni Antonio Borgese a cui dobbiamo il progetto del maestoso portale del Giardino delle Verdure. Il Borgese amministrò con serietà ed attenzione le tenute dei Conti di Castelborgo fino al 1773.
Grazie al suo tutore, il giovane Conte di Castelborgo potè frequentare gli studi a Torino e diventare Notaio.
Sposò “la bionda contessina” inglese Anna Goatley ed ebbero 1 figlio, Alessandro (1781 – 1823)
Nel 1796 Napoleone arriva ad Alba, la conquista e di lì a Canelli attraverso la parte bassa di Neive, che fortunatamente a quel tempo era quasi disabitata (tranne cascina Conte Cocito ed un Mulino).
Ai danni immediati si unirono però le esose richieste di denaro e materiali per il sostentamento dei soldati.
Furono aboliti i diritti nobiliari ed ecclesiastici e furono requisiti tra l'altro i beni della Confraternita di Santa Maria del Piano di Neive e del Monastero di S. Maria Maddalena di Alba. Per monetizzare questi beni, fu poi imposto ai ricchi dei paesi di acquistarli.
Al Conte di Castelborgo toccò l'obbligo di acquisto per L. 6000 della cascina Vicenziana.
Il Bongiovanni, che nel 1798 risulta sindaco di Neive, è giacobino convinto e sfegatato.
Ama così tanto tutto quello che è francese da piantare una delle prime vigne di Pinot in Piemonte, come ci racconterà in futuro Louis Oudart (v.)
Nel dicembre 1798, Napoleone proclamò la Repubblica del Piemonte e troviamo il Conte di Castelborgo tra i municipalisti insieme, tra gli altri, al Marchese Falletti di Barolo.
Quando nel 1799 Napoleone andò in Egitto, gli Austro-Russi ne approfittarono per riconquistare Milano. A Torino si formò una “legione sacra” a difesa della Repubblica Piemontese e tra i 300 aderenti troviamo anche Giovanni Antonio Bongiovanni; ma subito dopo capirono che non avevano possibilità e fuggirono. Nel maggio 1799 infine gli Austro-Russi riconquistarono il Piemonte e cominciarono loro stessi con le stesse richieste esose che prima erano fatte dal Napoleone con il risultato di impoverire ancor più tutta la zona.
Intanto iniziò la caccia ai sostenitori di Napoleone, come l'ex Conte di Castelborgo; egli riuscì fortunosamente a fuggire prima nella cascina Cissone a Neive e poi in Francia, mentre sua moglie trovò riparo in parrocchia.
Non contenti, i cosiddetti “realisti” approfittarono della situazione per occupare e saccheggiare il Castello con danni enormi per il casato intero.
A fine 1799, Napoleone tornò fortunosamente dalla campagna d’Egitto e riprese il potere sia in Piemonte che in Lombardia.
Giovanni Antonio Bongiovanni rientrò al Castello e fece nuovamente affrescare i saloni con l’attuale stile ( Impero - Napoleon retour d’Egypt) in onore al rientro dell’amico francese.
A seguito della campagna napoleonica d'Italia ed alla costituzione della Repubblica Cisalpina, nel 1800 Neive ottenne il riconoscimento di "Municipalità" e nel 1806 troviamo il Bongiovanni con la carica di Marie (sindaco) di Neive. Lo rimarrà sino al 1814, anno del rientro dei Savoia nei propri possedimenti Piemontesi.
Nel 1810 partecipò all'organizzazione delle nozze di Napoleone con Maria Luisa d'Asburgo-Lorena. La fuga di Napoleone dall'isola d'Elba, il suo rientro in Francia e la sua sconfitta definitiva a Waterloo non ebbero più influenze dirette sul Conte di Castelborgo; anzi lo ritroviamo Sindaco dal 1819 al 1821. Purtroppo nel 1822, forse per un'epidemia, egli morì lasciando l'eredità al figlio Alessandro.
​
Nel 1822 alla morte di Giovanni Antonio gli succedette il figlio Alessandro che però morì appena un anno dopo, quindi potè avere ben poca influenza sulle sorti del casato e del Castello.
La vicinanza della famiglia con il Bonaparte è testimoniata dal matrimonio tra Alessandro e Anna Favrat, figlia del Barone Favrat di Belleveux, Procuratore generale della Camera dei Conti di Torino per Napoleone.
​
Nel 1823 il Castello con i suoi terreni passa in eredità a Camillo Bongiovanni di Castelborgo (1802 - 1862), che li gestì per 40 anni con cura e oculatezza.
A Camillo di Castelborgo ed alle sue conoscenze politiche ed intellettuali, si deve anche la collaborazione con Louis Oudart di cui parleremo trattando della storia della cantina.